È disponibile un nuovo episodio del podcast, questa volta parliamo di metriche e del perché se ne facessimo a meno staremmo tutti molto meglio!
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#03 – Parliamo di social media con Federica Speziali – correre pensando
Dopo una lunga pausa torna correre pensando podcast, con un episodio speciale in compagnia di…
Federica Speziali
Federica è social media manager con una formazione umanistica, si occupa di progetti di pianificazione, comunicazione e analisi sui social media per i clienti in campo editoriale (e non solo) di DGLine, web agency e software house tra Milano e Brescia.
Dopo una laurea triennale in Lettere Moderne e una specialistica in Cultura e storia del sistema editoriale all’Università degli Studi di Milano, frequenta il Master di 2° livello Professione Editoria cartacea e digitale dell’Università Cattolica di Milano.
Giornalista freelance nel tempo libero, dal 2018 è anche docente al corso di Social Media Management per i Master in Editoria di primo e secondo livello dell’Università Cattolica del Sacro Cuore.
Di cosa abbiamo parlato
Gli argomenti discussi con Federica sono moltissimi e, nella nostra lunga chiacchierata, abbiamo provato ad osservare i social media un po' da tutte le angolazioni.
Per aiutarvi nell'ascolto, ecco le domande intorno alle quali abbiamo ragionato, accompagnate dal relativo minuto di riferimento nell'episodio.
00:00:53 – Chi sei? Cosa fai nella vita?
00:02:52 – Hai voglia di spiegarci concretamente di cosa si occupa una social media manager?
00:11:26 – Quanto conta la collaborazione nel tuo lavoro? Con quali professionalità collabori? Quanto contano le attitudini personali?
00:20:01 – Che differenza c’è fra campagne organiche e a pagamento?
00:22:12 – Come sei arrivata a questo lavoro?
00:28:07 – La sensazione è che una social media manager operi sullo strettissimo presente. È così? Esiste nel tuo lavoro il tema della conservazione digitale?
00:38:40 – Spesso sulle piattaforme social si “inciampa” nelle cose. È così? Cosa fai in fase di progettazione per ottenere questo risultato?
00:44:00 – So che insegni al master in editoria dell’Università Cattolica. Ti va di raccontarci qualcosa di questa esperienza?
00:48:31 – Mi sembra ci sia una fluidità generazionale per cui le differenze rispetto ai luoghi virtuali frequentati, ai linguaggi, ai riferimenti culturali condivisi tendono a sfumarsi. Registri anche tu questa cosa? Dal punto di vista del tuo lavoro cosa comporta?
01:04:02 – All’orizzonte non si vede la scomparsa dei social network, dunque vorrei immaginare con te possibili correttivi concreti. Cosa possiamo fare per migliorare l’effetto di queste piattaforme sulla democrazia e sulla vita delle comunità?
01:30:22 – Immagino che nella tua esperienza tu abbia incontrato molte situazioni in cui l’utilizzo dei social ha portato esiti positivi. Ti va di raccontarci qualche esperienza di questo tipo?
01:40:20 – Puoi spiegarci cosa sarà il metaverso di cui tanto si parla? Come immagini il futuro del tuo lavoro?
01:43:27 – Cosa ti piacerebbe fare se non fossi una social media manager?
01:45:40 – Se potessi cambiare tre cose ai social media, cosa cambieresti?
Riferimento bibliografico
Boers E, Afzali MH, Newton N, Conrod P. Association of Screen Time and Depression in Adolescence. /JAMA Pediatr./ Published online July 15, 2019. doi:10.1001/jamapediatrics.2019.1759
Immagine di Prateek Katyal via Unsplash
5 risposte a “Podcast #02 – Uccidi le metriche, salva il mondo”
JAMA sancisce scientificamente quanto immaginabile; basterebbe cogliere quanta voglia di ascolto i nostri giovani avvertono
un caro saluto, Mauro
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Caro Mauro, non potrei essere più d’accordo.
Buona serata!
Luciano
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Ciao Luciano, primo: ottima idea il podcast, molto umano e coinvolgente.
Secondo: ho letto la notizia di Instagram che sperimenta l’assenza di like per gli altri, sono d’accordo con la tua analisi e io credo che con l’assenza completa di questi rinforzi artificiali la situazione potrebbe cambiare, quantomeno sarebbe meno esasperata.
Sto pensando anche a quanti politici (mettiamoli nella categoria “influencer”) perderebbero potere senza avere un’analisi dei like per tarare le proprie assurde, ma efficaci campagne mediatiche dell’odio.
Molto interessante anche l’analisi psicologica degli effetti del delta tra la mia realtà, invariata, e quella altrui, magari ritoccata (se non finta) ma decisamente più appealing.
PS ti ho aggiunto al mio Google Podcast, così posso recuperare anche le altre puntate, tramite il sistema bluetooth interno all’auto: questo per esempio è un risvolto positivo del lato social della rete unito a una tecnologia utile.
Ciao!
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Ciao Mattia, parto dal fondo!
Hai ragione, è un risvolto positivo e devo dirti che Bluetooth sulla macchina e cuffie in treno sono i mezzi che mi hanno fatto appassionare ai podcast, sempre a proposito di tecnologie che cambiano il modo in cui facciamo le cose (in questo caso il modo di viaggiare).
Per quanto riguarda i politici influencer hai di nuovo ragione. Sarebbe interessante sapere quanta parte dei risultati elettorali sia dovuta al sistematico avvelenamento dei pozzi da parte loro e dei loro collaboratori ma temo sia una domanda destinata a rimanere senza risposta.
La cosa che mi lascia più perplesso è però il tentativo dell’opposizione di parlare alle persone utilizzando gli stessi strumenti, segno che la confusione è tanta e la consapevolezza che il contenitore determini in parte il contenuto ancora lontana.
Grazie per il confronto, a presto!
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[…] I social network, anzi, il loro uso distorto, stanno erodendo migliaia di anni di progressi, non solo scientifici ma soprattutto civili, quelli che avevano reso possibili anche i primi, perché la comunicazione incorporea deprime l’empatia e la compassione, facendoci ‘perdere’ l’altro, oramai ridotto a marionetta, entità meccanica senza vita, stritolata nello schema bipolare di percezione tipico dell’infanzia, tutto basato su opposizioni nette. […]
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