Tre domande a…Barbara Schiaffino


A Correre Pensando siamo convinti che la realizzazione di un futuro migliore per tutti, compreso il superamento di quella cultura dell’odio e dell’inospitalità che sentiamo aleggiare su di noi in questi tempi, passi dalla ricostruzione di rapporti educativi densi di significato, di presenza e di valori solidali. Mossi da questo sentire, inauguriamo con molto piacere il ciclo 2019 delle Tre domande confrontandoci con una persona che da anni opera in un settore, quello dell’editoria per l’infanzia, che può giocare un ruolo fondamentale nell’accompagnamento di bambini e genitori verso questo obiettivo, educativo dunque civile.

Barbara Schiaffino, oltre ad essere direttrice del mensile Andersen, che promuove la sensibilità verso la lettura nonché l’omonimo premio letterario, si occupa di numerosi progetti che pongono la cultura al servizio dei piccoli cittadini e dei loro educatori, valorizzando ciò che avvicina.

Cara Barbara, grazie per aver accettato questa intervista!
Da appassionato lettore, talvolta provo la sensazione che parlare di libri sia quasi come parlare di dinosauri. Il mercato editoriale non è certamente in un momento felice, assediato dal moltiplicarsi di forme di intrattenimento più interattive. La crisi è profonda, continua ormai da molti anni e sembra che editori e librai possano contare solo su armi spuntate. Unica eccezione, l’editoria per ragazzi mostra invece segnali di crescita. Sempre che tu, dal tuo osservatorio, mi possa confermare questa tendenza. Se esiste questa asimmetria tra le due editorie, grandi e piccoli, mi piacerebbe avere qualche ragguaglio sulle possibili cause. 

Per fortuna i libri non hanno condiviso il destino di dinosauri, tigri con i denti a sciabola o dodo; certo oggi non sono apprezzati e diffusi quanto cani e gatti, e forse – continuando a giocare con queste immagini – stanno tra le specie a rischio, ma nella sua sfumatura più lieve: sono cioè vulnerabili, proprio come i tenaci leoni. Hanno subito un qualche declino o meglio un arresto nella diffusione, sicuramente per quel riguarda l’editoria “per adulti”. La crisi che ha investito l’editoria negli ultimi dieci anni ha però a che fare non tanto con fattori esclusivi legati al settore, è semmai indice di una crisi economica e sociale complessiva che ha determinato – rispetto alle aspettative e agli esiti di crescita del Novecento – nuove povertà, con relativo ridimensionamento delle spese familiari per la cultura e l’istruzione; e pure le diverse politiche nazionali, con rare eccezioni, hanno investito su altro. C’è da dire però che le narrazioni, peculiarità della nostra specie, hanno nella forma libro a stampa solo una delle sue incarnazioni (sulla linea del tempo pure relativamente recente), in questo senso il bisogno di storie oggi trova sicuramente notevoli competitori in altre forme/incarnazioni: l’accresciuta offerta di web e tv series degli ultimissimi anni sono lì a dimostrarlo. La riflessione ci porterebbe lontano. Eppure in questo scenario in mutazione il libro, soprattutto la narrativa, resiste. E fa qualcosa in più del resistere a proposito delle proposte editoriali per l’infanzia e l’adolescenza. Per questi segmenti – e perfino nella letteratura illustrata per tutti (fumetto, graphic novel, albi illustrati senza età) – possiamo dire che il libro gode di una vivacità creativa e culturale premiata anche dal mercato. Non sono le cifre dei videogiochi più diffusi o le visualizzazioni delle serie più amate, ma restano numeri importanti. Tra le possibili cause di questo vantaggio del libro illustrato e per ragazzi rispetto ad altri segmenti editoriali, oltre all’oggettività qualità media delle proposte capaci di coinvolgere le persone alla fruizione e all’acquisto, ci sono diversi fattori, due evidenti: i libri per bambini e i libri illustrati hanno subìto assai meno la competizione degli ebook (più netta in segmenti come la manualistica o certa narrativa di genere, tipo fantascienza), della lettura in rete (è il caso dei periodici, ad esempio) o delle narrazioni audiovisive (serie tv); inoltre le spese familiari per i prodotti culturali anche se si contraggono per gli adulti tendono a non diminuire per i bambini del nucleo, insomma si tende a rinunciare a qualcosa per sé (un’uscita al cinema, un abbonamento alla tv via cavo..) ma a non far mancare i libri ai bambini.

Un tema di cui si parla in maniera ricorrente è quello relativo alle politiche di promozione della lettura. Lettori si diventa, sembra essere una consapevolezza condivisa da tutti, meno accordo c’è invece su quali debbano essere gli ingredienti per costruire tale esito.
Come direttrice responsabile di Andersen, sei quotidianamente a contatto con prodotti dedicati ai più piccoli, se è vero che tra di loro si annoverano molti lettori la vera sfida è fare in modo che la passione si conservi con il passare degli anni.
Sulla base della tua esperienza, ti chiedo quali credi siano le mosse giuste per fare in modo che i piccoli lettori restino tali anche da grandi.

Disponibilità e libertà sono gli ingredienti, a tutte le età. Disponibilità di una molteplicità di libri, così da dimostrare che nei libri ci sono cose interessanti; bisogna che ciascuno possa scovare il suo in base a gusto, temperamento, fase. Questa disponibilità di libri – vuol dire visite in libreria e acquisto, ma pure, forse più, visite in biblioteca e “assaggi” – va accompagnata dalla disponibilità della relazione, di un adulto – genitore, educatore – che stia in dialogo e ascolto intorno a desideri e alle scelte di lettura. Queste due disponibilità – di libri e di relazione – hanno senso, e danno esito, se si coniugano con la libertà, pure quella di non leggere; è una riflessione ampiamente condivisa nel mondo della letteratura per l’infanzia, variamente declinata attraverso le parole di Rodari, di Denti, di Pennac, di Pitzorno, di Andruetto, di Quarzo, di Chambers…e di molti altri autori e autrici.

Forse è davvero l’unica strada per fa sì che un lettore bambino resti, o magari si riscopra, un lettore adulto.

Correre Pensandosi occupa delle intersezioni fra esseri umani e tecnologie, per concludere la nostra intervista non posso quindi non domandarti quale impatto ritieni che le tecnologie abbiano avuto sul vasto mondo dell’editoria per l’infanzia e se pensi che possano svolgere un ruolo nella sfida per crescere i lettori di domani.

Siamo ancora in un tempo di transito; le questioni centrali, per il futuro, ci interrogano, più in generale, sulle abitudini di lettura (come leggeremo domani? su che supporto? in che modo?) e sulle competenze di base, alfabetizzazione compresa (cosa chiederemo ai bambini di saper essere e fare?). Sono riflessioni che ci poniamo di continuo anche attraverso le colonne di Andersen. Proprio nell’ultimo numero (n. 359 – gennaio/febbraio 2019) ospitiamo una riflessione sulle nuove tecnologie di Carlo Milani e uno sulla lettura in relazione all’oggi di Germana Paraboschi, quest’ultimo disponibile anche on line. Le storie continueranno comunque a esserci e a nutrire l’immaginario, ovviamente anche quello dell’infanzia. Ad oggi, come detto, l’editoria di settore non ha patito (o sperimentato) nella fase creativa le nuove tecnologie e il digitale in modo significativo. In generale ritengo che soprattutto per quel riguarda l’infanzia l’esperienza ‘fisica’, totale, coinvolgente, dell’oggetto libro resterà a lungo insostituibile.

Barbara Schiaffino

Giornalista, dal 2008 è direttore responsabile del mensile di letteratura per l’infanzia ANDERSEN – www.andersen.it – che promuove annualmente il PREMIO ANDERSEN assegnato ai libri per ragazzi e ai loro scrittori, illustratori e editori. Ha progettato e curato le mostre “Premio Andersen 1982-2009: le eccellenze dell’editoria italiana per ragazzi” (2009) e “Viaggio in Italia. Cultura, storia e paesaggi italiani nei libri per l’infanzia” (2012) presso l’Istituto Italiano di Cultura di Tokyo. Ha ideato e avviato con Mara Pace il progetto “Leggevo che ero. Ritratti con libro d’infanzia”, mostra fotografica itinerante e in progress che ha debuttato nel 2012 in occasione di Bologna Children’s Book Fair e della Frankfurter Buchmesse, tutt’ora in ampliamento e in tour nell’Italia dei Festival e degli appuntamenti del libro per ragazzi. Dal 2005 fa parte del Gruppo di lavoro degli editori per ragazzi AIE- Associazione Italiana Editori. Dal 2016 è membro del Consiglio Scientifico del festival della Scienza di Genova. Sui temi della promozione del libro e della lettura tiene incontri di formazione e aggiornamento in Italia e all’estero.