Nei giorni scorsi avevo pubblicato un articolo sulla vicenda che segue, e che qui riprendo perché esplicativa di ciò che accade quando ci si parla attraverso canali virtuali come i social network. Stavolta ignorerò i nomi dei protagonisti perché la mia attenzione non è rivolta agli attori ma alle condizioni che si creano quando la comunicazione prende strade lontane dalla realtà e si avvita su sentieri immateriali dove tutto diventa possibile perché i meccanismi inibitori, quelli che ci aiutano a perimetrare il nostro ingombro, si attenuano, talvolta fino a sparire.
In commissione Giustizia sono in corso le audizioni relative del DDL Zan, una suora interviene, dicendo la sua, con toni da maestrina e sfoggiando la personale formazione giuridica, ma nella sostanza aggredendo il contenuto del DDL con delle frasi fatte condite di una fastidiosa petulanza. La suora, esaltata dal palcoscenico e dal mezzo, riesce a ricordarci quanto si sta dilatando la distanza tra il cattolicesimo e il mondo.
Un’attivista di estrema sinistra la attacca sulla propria pagina Facebook, con toni esasperati, investendo l’intero mondo delle donne consacrate. Perde completamente il controllo, scalando tutti i livelli della violenza verbale, scagliandosi non solo con la sua avversaria ma investendo frontalmente migliaia di persone, il cui unico punto di contatto con la suora è il fatto che sono suore essere stesse, trattate come un blocco omogeneo.
Due posizioni eccessive, difficili da reperire in un faccia a faccia tridimensionale.
Una doppia regressione favorita dal mezzo, che semplifica il mondo e lo incasella rigidamente in due semplici categorie, primitive, involute, spesso banali, povere quando non poverissime, dove le istanze e le ragioni dell’ego fanno terra bruciata di tutto.
L’impero dei social network pare abbia appena iniziato la sua opera mutagena, oramai è chiaro in che direzione ci spingerà e noi non potremo sognarci di rimediare fino a quando le società che li gestiscono godranno di un regime di libertà totale, quasi fossero aziende qualsiasi. Non lo sono e il peggio deve ancora arrivare.
Immagine di engin akyurt, via Unsplash
Una replica a “Il veleno corrosivo dei social network”
Condivido appieno articolo, speriamo che sempre più gente apra gli occhi ….
Grazie Domenico x ricordare alla gente di non cadere in situazioni simili, ma che bisogna comportarsi gentili e agire con pensieri di cuore..
"Mi piace""Mi piace"