Adolescenti e pandemia, più maturi dei pregiudizi


Se decidessimo di descrivere nello spazio di un articolo il comportamento degli adulti durante i lunghi mesi della pandemia, dovremmo precisare in anticipo che il nostro tentativo è una semplice finzione, essendo impossibile condensare in una pagina i comportamenti di milioni di individui, per loro natura incomparabili perché troppo diversi.

Proprio a causa della loro scarsa replicabilità, gli esseri umani non si possono radunare in categorie omogenee, neppure quando sono esposti ad un evento traumatico che li colpisce simultaneamente, com’è accaduto nell’ultimo anno. Questo principio, che vale per gli adulti, si dissolve per incanto quando ci sono di mezzo i ragazzi, che tutti, specialisti inclusi, si sentono autorizzati a collocare in un insieme definito da caratteristiche valide per ciascuno dei soggetti. Quasi fossero una sconfinata legione di cloni.

Potete leggere il resto dell’articolo sulle pagine di Repubblica e della Stampa.


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